NUE 3: Politica da sogno
NUE 3: Politica da sogno

NUE 3: Politica da sogno

     Ci sarà una nuova alba sull’Italia! Avremo una Politica da sogno. Lo sentiamo e lo vogliamo in tanti. E dipenderà anche da te avere una Politica che “abbia per oggetto il moralmente bello e il giusto”.
Potrebbe accadere anche non tanto tardi. Persone nuove avranno dal Popolo Italiano il mandato democratico di avviare una nuova stagione politica nel nostro Paese dove l’amore per la RES PUBLICA torni ad essere (o sia per la prima volta) il vero cuore della convivenza civile. Non è altrimenti differibile il ricambio tanto è ormai evidente quanto sia tossico prolungare una situazione dannosa per la cultura e la civiltà democratiche. Ci sono leggi non scritte di una certezza scientifica che non si possono ignorare: diceva il grande Albert che “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”.

     Intendiamoci, il problema non è stato il Coronavirus. Come già scrivevo il 24 febbraio scorso, lui non c’entra niente. L’ologramma pandemico è stato un espediente con cui si è cercato di distrarre l’Umanità dal fatto che i grandi ricchi non erano contenti di come stanno andando le cose dal 2008. Allora è stato necessario fare pressione sui governi e sui i gruppi editoriali allineati per ottenere il risultato sperato. Ma non hanno fatto i conti che la povertà non è più (almeno non come in passato) sinonimo di ignoranza, di servilismo e di paura.

     Anche se l’argomento Europa e lo scenario geopolitico che si sta delineando non è senza interesse, restiamo al momento a casa nostra. Partiamo umilmente dal nostro Paese e non rimarremo delusi dai tanti elementi su cui portare attenzione. Capisco bene che fare polemiche è uno sport ben praticato, con professionisti di rango e dilettanti agguerriti, ma ritengo questa modalità comunicativa sterile. Cavalcare la rabbia non fa che riprodurre vecchi film già visti, mentre è tempo di girare una nuova pellicola. Con nuove protagonisti.

    Noi oggi dobbiamo pensare alla Politica come a quella “scienza architettonica in sommo grado”, suprema tra tutte e che nella sua ispirazione originaria, come scriveva millenni fa Aristotele, “ha per oggetto il moralmente bello e il giusto, perché – dichiarava – il fine della Politica è la Felicità”. Da questa magnifica visione si dovrà ripartire.
Se rivolgo un attimo lo sguardo al nostro passato è solo per capire che non siamo arrivati a questa situazione … infelice senza una qualche ragione. Riassumo gli elementi che ho raccolto in pochi punti essenziali. Mi preme di più guardare avanti.

     Primo. All’inizio degli anni ’90 i partiti storici che avevano governato il Paese per 40 anni furono travolti dalla corruzione affaristica. Venne a galla il marciume di decenni di intrallazzi loschi e radicati e la politica finì nei tribunali minando al cuore la sua credibilità. La sfiducia dei cittadini non si è più ripresa malgrado l’arringatore di folle di turno a incolcare speranza di cambiamento, non infrequentemente facendo leva sugli istinti meno nobili delle persone.

    Secondo. I segni di malcontento nei confronti della classe politica avevano avuto già altre manifestazioni: dai fermenti sessantotteschi agli estremisti violenti di colori diversi il disagio di una generazione che chiedeva idealità politica si palesava… gambizzando con la P38. Arresti e muri di gomma fecero sgonfiare gradatamente il fenomeno narcotizzando le coscienze con la curata educazione televisiva che univa l’Italia ingenua dei buoni sentimenti. In quei momenti si rafforzava anche la massoneria italiana, di cui la vicenda della Loggia P2, riconosciuta eversiva, non fu che un episodio: la pubblicazione dei nomi dei cospiratori non inficiò la sotterranea opera di inserire muratori con squadra e compasso nelle istituzioni dello Stato. Essendo appunto una società segreta, il Grande Oriente d’Italia non rende pubblica la lista dei propri adepti. E chi è stato ammesso nel club ha tali e tanti vantaggi che difficilmente compie l’insano gesto di sgarrare.

    Terzo. La collusione tra molti personaggi politici e le cosche mafiose fu argomento che attraversò i decenni. Malgrado quei tanti maxiprocessi si provò solo qualcosa e  qualcosa no, qualcuno fu trovato, altri mai. Tra acido, bombe e lupare si andò avanti con una qualche rassegnazione al bollettino di guerra quotidiano, fino a quando – pare – lo Stato trattò. Chissà, quando forse un giorno qualcuno, divorato dai rimorsi romperà l’omertà, sapremo anche a quale prezzo.

    Quarto. Nuove forze scesero in campo e qualcuno di quelle vecchie si riciclò, come nel Gattopardo, passando da viceré a deputati e trovando comunque poltrone sulle quali invecchiare loro e congiunti con degli ottimi vitalizi. I nuovi arrivati portarono con sé gli amici e poi gli amici degli amici e tanti compagni di merende. Di volta in volta il Popolo sovrano dava la propria fiducia a signori nuovi o quasi in forza di promesse mai udite (e poi mai realizzate) su un benessere immediato per tutti. Si capisce quindi come anni e anni di raccomandazioni abbiano portato a scavalcare impunemente la meritocrazia dei migliori italiani e a sistemare in molti ruoli, anche di responsabilità importanti, persone senza le adeguate competenze e sprovviste di idonea formazione. Tessere politiche, favori, ricatti e via dicendo.

    Quinto. Poi arrivò l’Euro. Non che andasse tutto male, certo. Lo stellone italiano non si era spento e aveva in molti cittadini veri esempi di imprenditorialità, di professionalità, di genialità. E la barca andava. Ma si nascondeva che tutto era a debito e le tasse sono arrivate all’esasperazione, con ampi settori produttivi costantemente in affanno. E con l’introduzione dell’Euro iniziò l’agonia per ampi strati della società chini sempre più verso la deriva della povertà. Ma quella politica purtroppo non ascoltava né l’Istat né il Censis.

    Sesto. E questo è di una gravità insopportabile. Le elezioni avvenute nel 2006, nel 2008 e nel 2013 sono state effettuate con una legge elettorale incostituzionale, quella che, con grande finezza, passò sotto il nome di Porcellum. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte Costituzionale nel gennaio del 2014 e gli atti sono a disposizione di tutti. Le conseguenze potevano essere terribili e devastanti: tre parlamenti illegittimi con una elezione del Capo dello Stato e un’ infinità di decreti tutti esposti alla palese incostituzionalità. La Suprema Corte mise un pezza giuridica per impedire un vuoto istituzionale pericolosissimo, ma non si pensò di trarne le conseguenze politiche. I signori che sedevano alle Camere da abusivi stavano bene naturalmente lì, dato che sarebbero stati ben foraggiati per il resto dei loro giorni. Neanche un sussulto di dignità! Tanto poco contavano i cittadini? Fu di queste proporzioni l’incompetenza che generò una simile offesa al Popolo sovrano! In ogni caso i proci continuavano a banchettare in casa e a spese dei Sovrani. Tanto Ulisse non tornava.

    Settimo. Avessero sentito il dovere morale legato alla loro responsabilità di leggere i Rapporti annuali del Censis! Anche solo quello del 2019. A chi deve stare a cuore la conoscenza della situazione sociale degli Italiani se non a chi li rappresenta ed è deputato a varare leggi eque e sagge per il bene di tutti? Importa qualcosa sapere del “grande tradimento” che gli Italiani sentono? Interessa i politici sapere che quella italiana “è una società ansiosa macerata dalla sfiducia”? Il Report parla di “scomparsa del futuro” e si spinge fino a dichiarare “il suicidio in diretta della politica italiana”: qualcuno ha battuto ciglio?

    Ci sarebbe più di un motivo per montare in collera. Chi può biasimare i tanti italiani furibondi e avviliti nella loro ira? Peccato che sia dannoso alla salute: né rancore né risentimento sono efficaci al vero cambiamento. La via etica è sempre quella che rende nobili e magnanimi oltre che genuinamente efficaci: “Colui che si adira per ciò che deve e con chi deve, e inoltre come, quando e per quanto tempo si deve, può essere lodato” – è sempre il Filosofo che parla, anticipando quello che l’intelligenza emotiva scoprirà solo molto più tardi.

    La domanda ora è: Come uscire da questa situazione? Ciascuno può cercare le proprie risposte. Personalmente penso che il cambiamento possa avvenire avviando un ciclo virtuoso che muova da premesse culturali ed etiche che indico così, consapevole che nelle prossime Lezioni di Filosofia ci sarà modo di sviluppare pensieri e riflessioni qui solo presentati.

    1. Un processo di maturazione muove dalla consapevolezza diffusa nei cittadini della vera natura della Politica. Una convivenza da fondare molto meno su un Contratto sociale che sulla Virtù. Avendo come scopo ultimo la Felicità dei cittadini, la Politica deve promuovere un tessuto di concordia civile alimentando l’Amicizia come sentimento capace di un generare un tessuto sociale sano, eliminando tanta diffusa tossicità comportamentale. La persona virtuosa che agisce in vista del bene e assumerà comportamenti consoni all’Onore personale e della bandiera che rappresenta.

     2. Dovrà risultare chiaro che l’Economia è subordinata alla Politica e questa metterà in atto leggi ispirate ad un paradigma nuovo che elimini le condizioni di povertà. Tutte, tassativamente. Dovrà essere irrinunciabile la consapevolezza di ogni politico di fare qualunque cosa in vista della Felicità della comunità dei cittadini. Tutti.

    3. L’auspicio è che si formino nuove aggregazioni di cittadini che trovino legittimità costituzionale in Partiti in grado i presentarsi a nuove elezioni per un consenso che porti 630 nuovi deputati e 315 senatori di alto profilo etico e democratico. I nuovi partiti dovranno distinguersi da quelli in auge perché motivavi da idealità vera e concreta, che assumano un vero spirito di servizio dove le leadership siano all’insegna non del protagonismo ad effetto, ma della sincerità espressa nella coerenza tra pensiero, parola e azione. Agli Ego più o meno grandi verrà chiesto di fare virtuosamente un passo indietro al proprio narcisismo: andranno a mettersi a sevizio di uno scopo comune e condiviso, passando dalle discussioni gridate al dialogo intelligente costruttivo.

    4. Serve un nuovo modo in cui candidati aspiranti a sedere in Parlamento si presentino al Popolo, indipendentemente dalle liste in cui compaiono. Per evitare il paradigma degli Yes men, ostaggi delle segreterie partitiche o degli infiltrati da parte delle società segrete, una commissione di probi viri valuterà i Curricula e la competenza Civica, ossia la buona conoscenza della Costituzione Italiana, il Regolamento delle Camere e una bibliografia essenziale di testi letti fondamentali per svolgere adeguatamente un incarico pubblico di tale importanza. Naturalmente, la residenza e la presenza nella circoscrizione rappresentata sarà vincolante. Eh, sì: questi onorevoli signori e signore hanno il compito di produrre leggi che vincolano la vita dei milioni di persone. Affidereste voi la vita a un chirurgo che non sa usare bene il bisturi? (o a un praticone preso per strada che neppure sà cosa sia?).

     5. Una volta insediato il Nuovo Parlamento che, pur nella dialettica del confronto democratico, avrà a cuore il senso di responsabilità di rappresentare un esempio per il Paese, il lavoro sarà di progressiva risposta alle reali emergenze del Paese, a partire dall’assicurare ad ogni cittadino maggiorenne il diritto base e concreto alla Felicità con la soluzione più semplice: un onorario di 1500 euro mensili (o equivalente in stato nota ad uso interno). Se è vero che i soldi non fanno la  felicità, la cosa vale ancor di più per la miseria.

     6. Il Parlamento investirà la Corte Costituzionale di procedere ad un esame dettagliato e inappellabile che mostri il carattere incostituzionale dei numerosi decreti con cui si è costruito speculativamente il debito pubblico italiano affinché tale debito si dichiarato inesigibile.

    7. Parimenti, si porti alla luce l’incostituzionalità dei decreti con cui numerosi governi hanno effettuato le privatizzazioni dei beni inalienabili del Popolo italiano favorendo potentati privati a mero scopo di lucro. Nel caso fosse necessario, si giunga ad arbitrati per sanare o risolvere situazioni complesse, ma sempre nel modo democratico e secondo giustizia.

    8. Si eleggerà un nuovo Capo dello Stato, figura carismatica e di altro profilo etico che rappresenti il Paese nei sui valori costituzionali e che vegli con cura sugli atti e sulle nomine di carattere istituzionale.

    Il resto verrà. La differenza la fanno sempre le persone. Ti immagini quando il primo articolo della Costituzione suonerà: “L’Italia è una Repubblica Eticratica fondata sul Valore Umane e che ha per fine la felicità di tutti i suoi cittadini”? Pensi a quando la Politica si occuperà solo “del moralmente bello e del giusto” come diceva Aristotele?
Speriamo presto e sarà davvero molto bello. Non accadrà tuttavia se non ci credi. Non succederà se si continuerà ad essere “massa” che si lascia guidare e non si assume la responsabilità di una cambiamento di paradigma, cominciando a pensare in modo nuovo e proattivo.

    Coraggio, dunque. Ripartiamo dalla tua fiducia di meritare la felicità. Cercare scuse non ci porterà da nessuna parte e delegheremo ancora la nostra vita a persone cui non interessa sinceramente il nostro benessere. Tempo fa ho scritto che Tutto di pende da te. Lo credo ancora che la mia vita è nelle mie mani.

Il nuovo paradigma politico con la via alla Felicità chiede che però sia affrontato un nodo chiave di questo passaggio epocale. Dobbiamo regolare i conti con l’Economia!

      Lo faccio la volta prossima.

      Non sono tornato su aspetti che ho già richiamato in altri Articoli:

NUE 1 – Anno di grazia 2020

NUE 2: Etica della Felicità

Italia, Stupor Mundi!

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