NUE 5: Educazione alla Verità
NUE 5: Educazione alla Verità

NUE 5: Educazione alla Verità

     Perché mai parlare ora di Educazione alla Verità? Perché più ancora di un’emergenza sanitaria, stiamo vivendo il tramonto di un ciclo pedagogico che ha generato persone infelicemente adattate ad essere una comunità ovina. Più di una volta nella mia vita mi sono sentito belare, e non mi è piaciuto. Non che la diffusione dell’istruzione non sia stato un bene: il leggere e scrivere aperto alla plebe è stato un momento evolutivo grandioso, ma mai chi lo promuoveva è riuscito a nascondere completamente una certa volontà di controllo. La libertà di pensiero disturba una visione angusta del potere.

     Quello che ti insegnano a scuola o al catechismo fin da piccolo ti forma e ti accompagna negli anni a plasmare la tua visione del mondo. Che non è quasi mai la tua. Nel mio caso, fin da bambino mi è rimasta impressa l’immagine del pastore che guida le sue pecore. L’ho vista più volte dipinta questa scena e mi è anche capitato di assistere dal vivo alla suggestiva  esperienza di una transumanza: pastore davanti e il gregge che segue. Fuor di metafora, l’idea, per quanto rassicurante in spiriti fragili, di lasciarsi docilmente guidare da qualcuno stride con la nostra Natura, piuttosto caratterizzata da elementi come libertà, autodeterminazione, interdipendenza, creatività. Però se il pastore è un… Buon Pastore? Se lo è veramente fa in modo di lasciare alle pecore la scelta di chi seguire e di come farlo o, meglio, le invita ad autoguidarsi. E se si scopre che si tratta invece di un cattivo pastore, di un mercenario? Con scopi poco puliti? Beh, allora la questione per le pecore è delicata: le attende il macello per compiacere i commensali al banchetto di qualche signore.

     O evolve la consapevolezza della nostra vera Natura oppure l’inganno a cui abbiamo assistito in questi mesi è solo un inizio di una manipolazione dagli effetti psicologici devastanti nelle coscienze. Bisogna scegliere: continuare a belare? Magari farlo in compagnia suona più confortante e sentirsi gregge consola dai fantasmi della paura. Ma c’è più di una alternativa. Io scelgo quella etica che parte da un’Educazione fondata sulla Dignità e sul Valore di ogni Essere Umano. Malgrado la tentazione delle scorciatoie violente sia forte, vie sbrigative hanno il limite di essere un rimedio peggiore del male. Versare anche una sola goccia di sangue è una sconfitta. E allora è quasi imperativo elevarci finalmente alla comprensione di chi siamo e decidere che questo modello di convivenza costruito sulla menzogna e sul controllo ha esaurito le sue possibilità. Chi ha paura della sapienza antica: Conosci te stesso?

    È il momento della virtù del Coraggio ed emergere dalla narcosi in cui siamo precipitati. Possiamo farlo diventando coscienti che una delle cause della povertà culturale e non solo economica in cui versa gran parte dell’Umanità è dovuta alla mancanza di consapevolezza che le Persone hanno di se stesse riguardo al loro Valore e alla loro Dignità: l’Educazione nell’era di un Nuovo Umanesimo Eticratico avrà lo scopo di servire ogni Essere Umano nel suo viaggio verso la completa realizzazione di sé. Risvegliando le coscienze circa la natura della propria origine secondo la volontà della mano creatrice dichiarata dal Poeta: “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza“.

    Più forte e determinata sia d’ora in avanti la convinzione che “La prima speranza di ogni nazione è riposta nella corretta educazione della sua gioventù ” (Erasmo). La correttezza della educazione avrà tuttavia ora ispirazione dal paradigma stabilito dal monito antico: “Conosci te stesso“. L’impegno di una Politica votata alla felicità di tutti i cittadini avrà dunque come priorità il servizio totale e incondizionato alla conoscenza di se stessi, nelle modalità proprie di ogni età; questo affinché ognuno possa giungere, attraverso la valorizzazione massima della propria razionalità, delle percezioni interiori e dell’esperienza diretta, ad esercitare liberamente il proprio ingegno vivendo una vita felice, senza angustia per limitazioni imposte da una condizione finanziaria indegna di un Essere Umano. Allora si può ipotizzare un percorso educativo dove si smetta di… mettere dentro e si lasci finalmente uscire: questo è l’Educazione, da e-ducere… condurre fuori. Proviamo a individuare alcuni punti di riferimento sui quali elaborare un Progetto condiviso che porti a una gioventù felice di apprendere tutto ciò che eleva la nobiltà d’animo con la conoscenza e la sapienza nell’infinito mistero dell’Universo.

    Primo. Il metodo base sarà improntato al principio dell’Autoeducazione. Affinché poi il percorso “scolastico” possa essere vissuto come esperienza armoniosa e piacevole in ogni sua fase, i programmi didattici saranno ispirati dall’altro monito di Delfi: “Nulla di eccessivo“. L’apprendimento dei contenuti sarà quindi quanto più possibile personalizzato, proposto tenendo in gran conto i sistemi percettivi e rappresentazionali di ciascuno. Le neuroscienze forniranno i dati sul funzionamento del cervello umano in modo da orientare e guidare l’efficacia e la facilità dell’apprendimento in ogni sua fase evolutiva. E in questo diventerà assiomatica l’attenzione allo sviluppo dell’intelligenza emotiva.

    Secondo. Il ruolo degli insegnanti di qualunque livello sarà quello nobile ed eccelso di praticare l’arte maieutica. Verrà loro socialmente riconosciuto il valore assoluto di essere adulti e professionisti competenti ed entusiasti, consapevoli del loro servizio di facilitatori di processi: mentori perspicaci e saggi che “sanno benissimo quanto i turbamenti emotivi interferiscano con la vita mentale. Quando sono ansiosi, adirati o depressi gli studenti non imparano; chi si trova in questi stati d’animo non assorbe informazioni né è in grado di applicarle proficuamente” (D. Goleman). Sarà perciò costante la sensibilità e l’attenzione verso i tre ambiti fondamentali che presiedono e accompagnano l’esperienza scolastica: percezione, emozione e comunicazione.

    Terzo. L’apprendimento dei contenuti avverrà quindi in modo efficace e piacevole quando preliminarmente e contestualmente sarà stata creata una situazione a “prevalenza di sentimenti di entusiasmo, fervore e fiducia in se stessi… che hanno l’effetto di una motivazione positiva ai fini della realizzazione dei propri obiettivi” (D. Goleman). Le materie di studio verranno quindi proposte in modo da suscitare soddisfazione e appagamento per tutti i soggetti coinvolti, affinché le nuove conoscenze comportino una crescita tanto a livello intellettuale che emotivo.

    Quarto. Il ruolo e il servizio di facilitatori offerto dagli insegnanti si prefiggerà che gli obiettivi personali, proporzionati alle capacità espressive di ogni età, abbiamo ad attingere al sogno, alla visione e alla missione di ogni studente, in modo che ciascuno possa essere assecondato nello sviluppo del proprio talento e della propria passione per il bene comune. In questa veste gli insegnanti sono gli accompagnatori qualificati da una professionalità riconosciuta come Valore fondante di una Comunità. Eccellenze a servizio dell’eccellenza.

    Quinto. Il cambio di paradigma che porti a passare dall’Egoismo all’Altruismo proposto da un Nuovo Umanesimo Eticratico comporterà che nella Scuola come in ogni altro ambito si coltivi quell’abilità sociale fondamentale che è l’empatia. I rapporti interpersonali avranno una cura speciale e essa consisterà primariamente nell’imparare a saper ascoltare e a porre domande, a non giudicare, ad essere sicuri di sé, a gestire efficacemente le emozioni e a imparare l’arte della collaborazione. Fin dai primi passi educativi si dovrà apprendere l’abilità a risolvere i conflitti e a negoziare i compromessi, nello spirito di rispetto di ogni diversità e sempre ispirati dalla promozione della concordia civile.

    Sesto. Secondo il principio che “Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu“, l’apprendimento, armonioso connubio di intelligenza, sensorialità e emotività, si servirà (e sarà veicolato) quanto possibile dell’approccio scientifico-sperimentale, avvalendosi dei supporti che le nuove tecnologie offrono per una migliore esplorazione del mondo naturale. Lo studio della natura e il contatto con essa resterà un riferimento costante e imprescindibile quale sorgente di perenne e inesauribile meraviglia e per la coltivazione dell’equilibrio psicofisico ottimale.

    Settimo. Il grande patrimonio culturale di cui è ricca la storia dell’umanità sarà luogo di apprendimento permanente, attingendo ad ogni ambito artistico (letterario, filosofico, musicale, teatrale, architettonico, pittorico, scientifico, ecc.) nella modalità della curiosità e della gratitudine per la potenza e la bellezza creatrice del pensiero umano. Si farà questo in maniera che l’acquisizione di nuove conoscenze sia un’esperienza di godimento intellettuale oltre che generativa di nuova creatività espressiva personale, facendo sì che diventi un’abitudine l’atteggiamento mentale della ricerca. C’è motivo di credere che il supporto dato da avanzate tecniche di apprendimento (tra le numerose possibili, l’applicazione delle mappe concettuali; i metodi di lettura veloce, di acquisizione di lingue straniere, di educazione finanziaria, ecc.) permetterà sviluppi di conoscenze e consapevolezze al momento neppure immaginabili. La volontà di cambiamento passerà attraverso la convinzione che “L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo” (N. Mandela).

    Ottavo. La Scuola, come ogni altra Agenzia educativa, avrà l’affascinante compito di migliorare la qualità della vita di tutti i protagonisti che la vivranno quotidianamente, ad ogni età, e in ogni ordine e grado. E questo perché, indipendentemente dalle personali convinzioni religiose, ci sarà spazio per il silenzio e la meditazione, elementi cardine per lo sviluppo della creatività e per l’insorgere delle intuizioni (cfr. il famoso Be alone di Nikola Tesla). Parimenti, anche la consapevolezza e la pratica della corretta respirazione permetteranno di controllare lo stress e di prevenirlo con il rilassamento, affinché possa esprimersi al meglio il potere creativo del pensiero. La focalizzazione di tutti i soggetti protagonisti dell’Educazione del Nuovo Umanesimo Eticratico sull’essere autoconsapevoli, aperti, perspicaci, sicuri di sé, personalmente responsabili, capaci di decisioni autonome e di gestire i propri sentimenti, spalanca le porte al piacere dell’apprendimento di gruppo, senza conflitti o sapendoli risolvere positivamente.

    Nono. In una visione dell’Educazione dove si cura con particolare zelo. l’alfabetizzazione emozionale non c’è bisogno che l’apprendimento scolastico sia misurato in “voti”, perché la vita stessa è l’esame finale. Non esiste il concetto di bocciatura, perché non si formulano giudizi di valore. I rapporti sono dettati dalla reciproca volontà di migliorare le proprie competenze e ciò avviene eliminando l’atteggiamento distruttivo del rimprovero, sostituito efficacemente da feedback ben dati e ben ricevuti, ossia sui comportamenti e non sulla persona. Il ruolo di facilitatore comporta la responsabilità di una buona comunicazione, consapevole ed efficace, costantemente ispirata dalla fiducia e dalla bontà, volta alla creazione di relazioni fondate sul rispetto di tutti e la valorizzazione di chiunque. Nello spirito della collaborazione.

    Decimo. Una mens sana in corpore sano chiederà che ogni esperienza educativa sia luogo di coltivazione del senso genuinamente sportivo, tanto da un punto di vista teorico che pratico, sapendo che “lo sport può essere per ogni persona una possibile fonte di miglioramento interiore” (P. De Coubertin). Con o senza agonismo, il senso ludico e il divertimento condiviso offriranno risposte e soluzioni efficaci a criticità educative, devianze e marginalizzazioni di varia natura pur sempre possibili in fase di passaggi di portata epocale. La crescita della cultura dell’Eticità e dell’Altruismo sarà al contempo causa ed effetto di nuove sinergie e di innovative dinamiche aggregative intra ed extra scolastiche. La piena accoglienza poi del paradigma sociale della disabilità aprirà a creative soluzioni per un culto genuino del Valore e della Dignità di ogni Essere Umano.

    Proviamoci. Non fuggiamo più dalla responsabilità di.. tirare fuori la Verità dalle nostre vite e riconoscere la Nostra natura spirituale e diventare consapevoli della nostra Unità con la Mente Universale che è la Sostanza di tutte le Cose.
Vale ancora oggi più che mai il pensiero di Einstein: Per me, il peggio sembra essere una scuola che funzioni con i metodi della paura, della forza e della autorità artificiale. Tale trattamento distrugge i nobili sentimenti, la sincerità e la fiducia degli alunni e produce un soggetto sottomesso“.

    Proclamiamo l’Etica del bene e della Felicità e poniamo fine all’era dei soggetti sottomessi!

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