Domande
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     Domande. Quelle che fanno crescere.

Ah sì, te la voglio proprio raccontare. Conosci quella bella favola antica che tanto insegna anche a noi oggi? Una volpe affamata vide dei grappoli d’uva che pendevano da un pergolato e tentò di afferrarli. Ma non ci riuscì. “Robaccia acerba!” disse allora tra sé e sé; e se ne andò. Così, anche fra gli uomini, c’è chi, non riuscendo per incapacità a raggiungere il suo intento, ne dà la colpa alle circostanze.

Proprio loro, le famigerate circostanze. Spesso avverse per di più. Vuoi sapere qual è la più efficace arma per affrontare le circostanze? Le domande! Sì, non immagineresti mai che quando tu fai certe domande gambizzi le situazioni infauste senza possibilità di rialzarsi. Le prostri con la sola sorpresa, tanto da restare sbigottite dalla tua forza inattesa. Anzi, queste capiscono che ti sei risvegliato dal torpore degli inetti e hai smesso di lamentarti delle cose che non vanno per far posto alla tua responsabilità. Ed ecco la domanda: “Per imparare che cosa esiste questa situazione“?

Ricorda che chi domanda… comanda. Allora comincia con il comandare a te stesso di cessare ogni forma di vittimismo. Inizia a cambiare le circostanze, smettendola innanzitutto di incolpare il mondo e di vedere ovunque complici in agguato che con macchinazioni diaboliche vogliono il tuo scalpo. Forza, chiediti piuttosto: “Cosa devo smettere di fare che ho fatto fino ad ora e che vedo e sento che non funziona“? Vedrai che i tuoi neuroni si attivano e vanno subito alla ricerca di una risposta. O anche più di una. Disponiamo di un cervello dalla potenza strepitosa che ha nell’abbondanza uno dei suoi cardini: meglio quindi se ti fai accompagnare da carta e penna affinché nulla vada perduto di ciò che ti arriva alla coscienza. Sai, a volte basta un singolo flash per aprirci orizzonti di consapevolezza straordinari e perderlo sarebbe un peccato.
Non qualunque domanda, certo. Meglio quelle generative di soluzioni piuttosto che quelle che si risolvono in un sì o un no. Non che queste ultime siano brutte e cattive, semplicemente scavano poco: le chiamiamo domande chiuse. Quelle che usano normalmente i coach stimolano invece all’apertura e sono considerate tra le più utili perché appunto hanno di mira l’utilità. Vanno alla ricerca di ciò che può diventare efficace a muoverti da una situazione personale o professionale maleodorante verso un profumatissimo nuovo status di benessere interiore. Ehi, chiediti: “Cosa posso fare di nuovo che non ho ancora sperimentato“? E poi: “Quale nuova competenza devo sviluppare per ottenere il risultato che desidero“? Incalza: “Cosa succederebbe se fossi in grado di fare quella certa cosa“?

Facciamo ora per un attimo un passo indietro, vuoi? Hai una domanda alla quale non puoi sottrarti perché orienta il tuo atteggiamento mentale nella tua quotidianità: “Voglio avere Ragione o mi interessa il Risultato“? Nel caso fossi a favore della prima soluzione, ti lascio volentieri l’accanimento litigioso per avere ragione: io ho fatto la mia scelta e mi auguro di cuore che anche tu prediliga il raggiungimento del tuo obiettivo agli scontri spigolosi. Tempo perso le discussioni sterili che sono solo il campo di gioco di ego bisognosi di affermarsi a gomitate.

Fatti domande per formulare bene il tuo obiettivo: Cosa voglio veramente? E chiarisciti il più precisamente possibile la meta. Non è facile, lo so. All’inizio è meglio la partnership con un Coach che ti affianca nella definizione della tua situazione desiderata e sa che ci sono domande fondamentali per partire bene. D’altro canto, dicevano già gli antichi che “non c’è vento favorevole per un marinaio che non sa dove andare“. Quando hai definito bene e precisamente il tuo obiettivo dovrai chiederti: “Da cosa saprò che l’ho raggiunto“? “Entro quanto tempo voglio raggiungerlo“? E così, con lucidità e determinazione cominci a costruire il tuo futuro diventando artefice del tuo presente vissuto da protagonista. Le domande ben formulate introducono una ventata di novità nella tua vita. Che era prigioniera delle risposte. Spesso sempre quelle. Stantie.

Le domande lavorano ai fianchi: martellanti a colpi di Come? In che modo? Cosa? Quali? esse entrano dentro e scavano. Vanno a toccare le corde sensibili del tuo cuore e della tua mente scatenando energie che forse neppure sospettavi di avere. Meravigliosa magia delle parole: “Perché è importante per te raggiungere questo obiettivo“? Scrivi quanti più motivi puoi: non fermare la mano che scorre sul foglio. Big why, easy way: più è grande il tuo perché più facile sarà la strada per arrivare alla tua meta. Nessuna tempesta fermerà la tua traversata. Tu puoi.

Dicevamo delle circostanze e di coloro che ne fanno l’alibi alla loro incapacità. Tu non ricadi più in questo tranello perché ti muovi ormai consapevole che le domande sono la risorsa principale alla tua crescita personale e professionale. Nutriti di loro. Grazie alla loro forza, puoi disegnare già i tratti del tuo domani: “Che tipo di persona sarai quando avrai raggiunto il tuo risultato“? “Per cosa vuoi essere riconosciuto“? Non spaventarti se le risposte non arrivano a schiocco di dita. C’è una magia nella nostra vita che non è esattamente quella da baraccone: i silenzi sono parte dei processi di pensiero che le domande mettono in atto. Sii paziente con te stesso e arriverai piano piano, quasi impercettibilmente, alla scoperta sempre più profonda della tua identità. Con l’abitudine, un giorno arriverai a riconoscere i modelli che compongono la tua mappa del mondo. E la domanda quel giorno sarà: “Come sto evolvendo“?
Ricordo una bella certezza che mi sorregge nella fiducia: “Niente di splendido fu mai realizzato se non da coloro i quali osarono credere che qualcosa dentro di loro era superiore alle circostanze“. Sapevi già che dentro di te c’è un cuore che pulsa passione. Sapevi già che dentro di te c’è una mente che si apre a nuove possibilità.

Adesso sai anche che dentro di te ci sono le Domande. Osa.

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